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CAPITOLO III.

Partenza pei Bogos. — In carovana. — Incontro di scimmie. — Paradiso dei cacciatori. — Arrivo alla Missione. — Le propagande. — Il villaggio. Usi e costumi della popolazione. — Ritorno. — Bellezze del paesaggio. — Fermata a Kalamet. — Nuovamente a Massaua. — Una festa originale.


Per quanto con Ferrari si facessero continuamente gite di caccia, pure la monotonia di questa vita ci stancò, e non sapendo ancora quando si potrebbe definitivamente partire per l’Abissinia, pensammo intanto di andarcene a fare un’escursione nel paese dei Bogos. A noi si associò l’amico Legnani che, pratico del viaggiare in carovana e parlando l’arabo, oltre che simpatico, ci fu pure utile compagno di viaggio. Fissati i camelli e fatti quei pochi preparativi che pensammo necessari, il giorno 12 lasciammo gli altri compagni, felici di incamminarci ad una vita nuova ed a paesi nuovi.

È uso che il primo giorno non si parta mai la mattina e si faccia solo una breve tappa, quasi a collaudo o correzione del carico dei camelli, per cui anche noi non potemmo ottenere di muoverci prima delle quattro. I nostri camellieri sono biscerini: per tutto abbigliamento un pezzo di tela bianca che avvolta alla cintura scende fino al ginocchio e la notte si stende ad avvolgere tutto il corpo per riparare dall’umido e dal freddo: ai piedi due logori sandali, e per cappello l’originale capiglia-