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212 Capitolo undicesimo.

l’Imperatore che è anche il più vasto, si conservano ancora perfettamente le scale, alcune porte, soffitte, e vi si vedono le aperture dei trabochelli che nei pavimenti o negli spessori delle mura portano dai piani superiori ai sotterranei. Tutto porta traccie dell’incendio che fu uno degli ultimi sfoghi delle pazzie e degli spiriti perversi di re Teodoro. Le principali mutilazioni di questi monumenti storici sono però dovute alla madre di ras Ali, la rinomata Iteghé Menéne che, furiosa dell’impopolarità della sua famiglia, volle distruggere parte di questi edificii, dicendo: dacchè non dobbiamo lasciare monumenti del nostro potere, è inutile che lasciamo sopravvivere quelli degli altri.

La nessuna proprietà, in generale, dei terreni, la facilità del costruirsi le abitazioni, la mancanza di suppellettili da trasportare, forse il poco attaccamento alla casa paterna che è nel carattere delle popolazioni, le continue guerre che trascinano vagabonda pel paese gran parte delle sue genti, e cento altre cause forse, rendono difficile lo stabilire una cifra di censimento per gli abitanti di una città. Così per Gondar vediamo Bruce stimarne la popolazione fino a 30,000 anime, D’Abbadie a circa 12,000, e Ruppel che vi fu a non grande distanza da quest’ultimo a 6,000. A me dissero 8,000; lo ripeto senza farmene per nulla responsabile, tanto più che un altro Abissinese è capacissimo di dirvi la metà o il doppio. Gondar è sempre la città commerciale per eccellenza in Abissinia, e per tradizione e per la sua posizione, facendovi punto le carovane che provengono dal Goggiam coi prodotti delle provincie Gallas, e da qui partendo per le diverse vie di Adua e Massaua, oppure Metemma e quindi Cartum o Suakin per Kassala.

M’avrebbe interessato assai di fermarmi qualche tempo a vivere della vita abissinese e visitare un po’ minutamente le rovine portoghesi, ma le maledette piogge parevano dirci: avanzate, avanzate, che siete agli ultimi, e la mattina del giovedì 26