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CAPITOLO XI.

Doni del re. — Partenza dal campo reale. — Compagni di viaggio. — Villaggio poco ospitaliero. — Accoglienza poco cordiale di ras Area. — Gondar. — Traccia di strada. — Re Teodoro. — Le piogge. — Il Semien. — Emozioni. — Passaggio del Taccazé. — Arrivo in Adua.


Il re volle consegnarci una sua lettera da presentare al nostro sovrano ed inviargli in dono due piccoli leoni che aveva ricevuti dal Goggiam e stava addomesticando per tenerli a fianco al suo trono, come altre volte faceva e come è tradizione dei re d’Etiopia, e desiderando dare a noi una sua memoria, ed esserci utili nel nostro viaggio di ritorno, ci mandò in regalo tre mule elegantemente bardate con selle di distinzione che non si possono portare in paese se non date dalle sacre mani di Sua Maestà. Sono in pelle rossa e verde, e la gualdrappa che scende a lunghe punte ricamata con disegni originalissimi quanto primitivi che pretendono rappresentare leoni, guerrieri, croci cofte ed altri ornamenti.

La mattina del 21 giugno, lasciamo il colle di Gafat, questa residenza reale dove provammo tante emozioni e tante soddisfazioni, e accompagnati dei Naretti e da qualcuno della Corte che ci vogliono scortare per breve tratto, proseguiamo verso ovest, rifacendo in parte la strada fatta nel venire, e ci fermiamo un’ora prima del tramonto presso un villaggio all’altezza di 2000 metri, dove malgrado gli ordini del re ci rifiutano qualsiasi ospitalità, persino l’acqua.