Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/266

192 Capitolo decimo.

un gruppo di palme per prendere del latte che fa portare da pastori suoi dipendenti. Attraversiamo quindi una vasta pianura, discendiamo per vallate attraversando diversi torrenti che mandano le loro acque al lago; abbiamo buona caccia di oche e gazzelle. Verso le quattro ci fermiamo presso alcune meschine capanne che non ebbero forse mai neppur l’onore del battesimo.

Venerdì 30. Larghe vallate con moltissima vegetazione: ficus giganteschi, sempre le eleganti acacie; tornano gli alberi di gardenie. Scorgiamo il lago vastissimo, con qualche isola, attraversiamo fittissime boscaglie, e poco dopo mezzogiorno ci si presenta Corata, la capitale, per così dire, del lago Tzana. Essendo questa una città tenuta in conto di mezza santità, per le etichette usate ci fanno scendere da cavallo, consegnare i fucili ai servi ed aprire i nostri ombrelli, ciò che pare accresca la grandezza e la dignità, e così avanziamo verso il villaggio che si presenta grande, ben disposto fra folta verdura, su una altura che quasi a penisola si protende nel lago e ne delinea un piccolo golfo. Peccato che sia per bassi fondi, sia per le piogge del Goggiam, da dove vi scolano le acque, queste non appaiono troppo limpide. Il lago è assai vasto e sparso di parecchie isole fra cui alcune popolate e tenute in conto di sacre. La sua lunghezza è di quasi cento chilometri, per circa cinquanta di larghezza e quasi trecento di circonferenza. Il villaggio è originalissimo: ogni capanna è rinserrata in un cortile e circondata da folte boscaglie, e le viuzze tutte fiancheggiate da mura o da verdi siepi e ombreggiate da alberi giganteschi: crescono spontanei il caffè, la musa, le palme, il limone, il ricino che raggiunge grandissime proporzioni, parecchie dracene, gli aranci e mille altre varietà di piante rare per noi e che ben coltivate potrebbero esser fonte di grandi ricchezze e benessere. L’elevazione è di 1900 metri sul mare. Andiamo dal capo del villaggio che ci fa aspettare una buona mezz’ora fuori la porta, poi ci riceve nel