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Capitolo ottavo. 151


In qualche capanna d’ogni villaggio si conserva sempre del fuoco durante la notte, e la mattina da questo hanno vita tutti i focolari del villaggio stesso. In caso di estinzione completa, si ottiene fuoco colla forte confricazione di due legni, uno assai secco, l’altro altrettanto duro.

Abbiamo ancora il governatore per prendere una lezione sul modo di caricare l’orologio e di distinguerne le ore. Ci volle del buon tempo e della buona pazienza a fargliela entrare, poi scommetto che il giorno dopo la molla sarà rotta. Alla catena pendeva un fischietto ed era proprio miserabile, più che ridicolo l’effetto di un alto funzionario, governatore di una provincia, rappresentante di un re dei re, alter ego di un principe ereditario, che con riso ed espressioni di contento infantile si trovava soddisfatto di sè e in pari tempo sorpreso per aver soffiato in questo strumentino e averne ottenuto l’acuto suono.

Tutti questi capi, governatori e simili dignitari e funzionari non hanno paghe fisse, ma a loro si destina una provincia e da questa devono riscuotere i tributi, tenerne i loro appuntamenti, mantenere la loro casa e la loro truppa, e dare un tanto al re che se ne serve pel mantenimento del suo seguito, della sua armata, per fare qualche dono a delle chiese, ecc. Ogni governatore è capo civile e militare, tiene tribunali e può sentenziare fino a pene di sangue o di morte, per le quali si deve ricorrere al supremo tribunale del re. In caso di guerra seguono colle loro truppe quelle del sovrano.

La conseguenza di questo sistema di amministrazione, dove non ci sono tasse fisse, è che ognuno cerca di cavare da ogni villaggio il più che può, così che i pochi uomini abili alle armi preferiscono fare il soldato, ed all’agricoltura restano donne, bambini e vecchi nella più squallida miseria, soffrono persino di fame e qualche volta anche ne muoiono.

L’assassinio è punito colla morte, che hanno diritto d’in-