Pagina:Abissinia, giornale di un viaggio di Pippo Vigoni, Milano, Hoepli, 1881.djvu/20

4 Capitolo primo.


i due poli di forza elettrica che irresistibilmente si attraggono, il fascino dell’Africa, la forza misteriosa che mi domina.

La sera del 21 lasciavo l’incantevole golfo di Napoli a bordo dell’Egitto, vapore di Rubattino, con un temporale indiavolato che dalla coperta del bastimento non ci concesse neppure di dare l’ultimo addio a questo lembo di paradiso disceso nella crosta terrestre. Al mezzogiorno del 22 si gettavano le ancore davanti a Messina che appena si ebbe il tempo di visitare alla sfuggita, perchè alle quattro si ripartì, lasciando a terra due giovani sposi francesi che inebbriati dall’amore o dall’incanto del paesaggio, scordarono l’ora destinata a proseguire per la loro meta, il Cairo. L’elica riprende il suo continuo e monotono girare, e ciascuno dei passeggeri cerca ragione per scambiare qualche parola con chi per parecchi giorni è obbligato a menar vita comune. Per vero dire io non sono molto entusiasta della vita di mare; è bella, ma monotona, e a bordo di un bastimento sono tante le circostanze che devono concorrere a renderla veramente aggradevole, che ben difficilmente si può avere la fortuna di trovarvele tutte riunite. Vi sono però sempre dei bei tipi che vi divertono o vi interessano, e per noi italiani, che siamo sì poco avvezzi al viaggiare, v’ha spesso da stupire o da imparare. Era, per esempio, con noi una gentilissima signora belga, vedova di un inglese, che non avendo visto da due anni suo figlio impiegato in Birmania, vi si recava con due sue ragazze, a fargli una visita, colla stessa indifferenza come se la farebbero da noi due signore nel fissato giorno di ricevimento. Una famiglia di Californesi, padre, madre e figlia, che partiti da S. Francisco, passando per Nuova York, approdarono in Europa, la attraversarono tutta fino in Russia, scesero in Italia, andavano in Egitto, passeranno poi per le Indie, la China il Giappone e torneranno così, a Dio piacendo, a casa loro, fieri di aver fatto il giro del mondo, certamente però più in fretta che bene. Un