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124 Capitolo settimo.


Come è naturale, nessuno di questi regnanti era contento di quel che possedeva e mirava ad invadere i territori del vicino. La guerra non tardò infatti a dichiararsi fra Gobusié e ras Desta, e in due battaglie fu decisa la sorte delle armi in favore di Gobusié che distrusse e scompigliò le file del nemico in modo che questi, fuggiasco, si diede alla montagna per continuarvi una guerriglia. Gobusit diede allora la sovranità, od almeno il governo del Goggiam a suo cugino ras Adal. Questi continua le ostilità, sorprende il nemico in una gola di montagne, gli piomba addosso, lo fa prigioniero e incatenato lo porta a Gobusié.

In questo frattempo un’altra guerra era scoppiata in Abissinia. Devo premettere, che per tradizione è privilegio del principe del Tigré di domandare al patriarca d’Alessandria l’Abuna, o vescovo cofto che deve risiedere in Abissinia e che solo ha il diritto di incoronare i sovrani. È uso fare la domanda mediante un’apposita commissione che si reca in Egitto e riporta con gran sfarzo la sacra persona domandata, che deve essere un nero. La tassa e le spese per questa funzione sommano a 25,000 talleri.

Giunto in Abissinia, l’Abuna vi resta come capo supremo della chiesa, durante tutta la sua vita, dimora presso il re od in Axum, e per appannaggio gli è destinata una delle più ricche province, più un tanto da ogni chiesa che sta sotto la sua giurisdizione. All’epoca di cui narriamo le vicende, mancava in paese questa autorità, e Giovanni Kassa, usando del suo privilegio quale principe del Tigré, e di una avvedutezza non comune, pensò procurarselo dicendolo necessario per la sua incoronazione a re d’Etiopia. Gobusiè allora, ingelositosi, mostrò le sue lagnanze adducendo che lui pure poteva vantare altrettante pretese al trono d’Abissinia. Ebbene, rispose Kassa, per farti incoronare ti è necessario l’Abuna che tengo presso di me, vieni a prendermelo se puoi, Così fu dichiarata la guerra, e il vincitore fra i due pretendenti doveva cingere l’ambita corona. In questo spazio di