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invidiata da tutte le signore del borgo; sposa d’un uomo, il quale, nonchè barone, deve essere un principe? Tu vuoi vederci morire lui e me?
«Fosse il figlio del Re, piuttosto che sposarlo, morirei anch’io!»
Non aveva finito di dire, che il Signor Fedele era lì per darle le mani nel viso: ma pensando a quel che ne poteva seguire, si trasse indietro un passo, e guardandola con occhio, che se fosse stato al buio, avrebbe mandato lampi, tese la mano verso di lei, quella mano che le aveva posta sul capo amorevole; e uscì di quella stanza. Fuori, stette un istante a ricomporre il volto, poi, colla maggior calma che potè, cominciò a parlare come interrogasse e rispondesse a qualcuno. «Torneranno? Stassera? Oh la testa vuota! Vecchi vecchi...!» E rivenuto dov’era il barone:
«Vecchi! Vecchi! — continuava — badi, badi a non invecchiare, perchè si perde il meglio, la testa e la memoria.... Vede che mi accade? Stamane ho mandato le mie figliuole a ricrearsi un tantino alla nostra villa vicina a quel convento, là, che si vede stando sul ponte...., ebbene, vegga memoria! Andava a cercar di Bianca par la casa. Rida, rida, ma perdoni; trovo qualcuno, e mando a dire che tornino subito...»
Così dicendo faceva segno di voler andare; ma il barone rattenendolo:
«No no... per quanto mi spiaccia non poterla vedere, non voglio torre alle sue figliuole un’ora di spasso.... A domani, a domani....»
Il loro colloquio durò un’altra mezz’ora; durante la quale, il signor Fedele, pur avendo il capo ai rifiuti di Bianca, seppe così bene non farsi scorgere, che parve tutto occupato del suo interlocutore. Questi poi, prese commiato; rimanendo tra loro che l’indomani si sarebbero riveduti per condurre a termine ogni cosa; ed essendo già l’ora dell’abbassare del giorno, se n’andò tutto solo a passeggiare sotto gli olmi, e a guardare la via, se vedesse Bianca tornare.