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cessato. E quanto a sè abbandonò del tutto il suo disegno; ma quanto al pievano, quel che gli era seguito col signorino, non le riuscì tenerlo sullo stomaco, manco un minuto. Vinta dalla propria natura, e dallo sguardo della padrona, cominciò dall’ambasciata avuta in castello al mattino; e le narrò ogni cosa, sino al modo in cui don Apollinare se n’era andato imbestialito mezz’ora prima. Le eresie buttate dal giovane, e la minaccia del prete di fargliela costar saporita, diedero alla signora il tuffo; e le venne addosso una smania, che le pareva di non poter durare sino all’alba dell’indomani. E se non fosse stata la tema di vederlo intestarsi a rimanere, avrebbe pregato Giuliano a montare a cavallo, e a partire subito segnato e benedetto. Ma si quetò un poco pensando, che alla fine delle fini, per acchiapparlo bisognavano birri, e che a D...., come Dio voleva, di quella roba non ve n’era. Chi sa? forse il pievano aveva minacciato così per minacciare; o alla peggio non avrebbe spacciato uno di carriera per avere da C.... o da altri luoghi man forte. Di là all’indomani non c’era molto, e in ogni caso Giuliano si sentiva in gambe per scampare di forza. Non potendo divorare le ore, affrettò quella faccenda del fardello; e pur confusa com’era, aiutata da Marta, adoperava ogni diligenza perchè nulla avesse a mancare. Brache di nanchino per la state che s’avanzava; camicie di tela casereccia con belle gale agli sparati; e sottovesti, e giubbe, e calzette di seta, riponevano col garbo concesso dal turbamento, cercata da prima ogni cosa se bisognasse qualche rammendatura.
Così facendo parlavano sottovoce perchè Giuliano non le avesse a sentire; non sapendo che egli era discosto da casa un trar di schioppo, in parte donde poteva scoprire le lontane ruine del castello di C..., alcune cime a lui note, certi sentieri biancheggianti nelle montagne, e fino una rupe su d’una vetta selvaggia e foresta, dove don Marco soleva accompagnare lui e gli altri suoi scolari a diporto. Messosi a giacere sull’erba, coll’occhio or