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«No..., tu partirai.

«Ebbene! — disse il giovane chinando il capo — domani all’alba partirò.

«Oh! non ti si scaccia mica! — sclamò la signora, che pur di saperlo disposto a non tornare a C..., l’avrebbe rattenuto, anzichè fargli fretta a partire. Ma egli non si lasciò smuovere, e ripetè severo:

«No... no mamma, l’aveva bell’e deciso, parto domani.»

Appunto in quel momento, Marta d’in fondo alla scala, mandava su quel noioso annunzio del desinare, già troppo ritardato, e messo in tavola a raffreddarsi. Essi discesero, sedettero a mangiucchiare colla malavoglia della sera innanzi; ma alla fantesca pareva non finissero mai, dalla tanta smania di rimanere sola colla signora, per dirle del gran parlamento fatto dal giovane col pievano; e del suo proposito di lasciar quella casa. Così i minuti le si facevano ore, ma alfine Giuliano si levò da mensa ed uscì. Allora essa raccolse quanto fiato potè, e si fece oltre verso la signora per cominciare; senonchè questa si tolse da sedere, e parlando prima di lei:

«Animo — le disse — prepariamogli un po’ di roba...

«Come? — sclamò la vecchia — che se ne va? che il Signore gli ha toccato il cuore?

«Che Signore... che cuore... che cosa mi dite? — chiese la signora, guardando Marta, e maravigliando di quell’esclamazione, e della sorta d’allegrezza che l’aveva accompagnata.»

La vecchia ondeggiò un istante; e in quell’istante capì, quanto le sarebbe poi riuscito amaro lasciare quella casa che si poteva dir sua; quella padrona che l’aveva tenuta più da amica che da serva; per buttarsi su d’una via, in cerca di pane e di ricovero. Se Giuliano partiva, che vi poteva essere di meglio per lei? Avrebbe potuto rimanere tranquilla al proprio posto, chè il pericolo d’offendere Dio servendo un peccatore era bell’e