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«Vostro padre era un....

«Zitto! — gridò il giovane con tanta maestà della persona e nel viso, che più non potè darne Michelangelo al suo Davide — zitto, e se ne vada subito! Quà ella non può più stare da uomo; da prete, nessuno ha bisogno di lei; vada e non si volga addietro!»

Nelle parole e nell’atto di Giuliano v’era da cacciare ben altri che il prete, il quale non se lo fece ridire e partì. Ma si sentiva l’animo rintuzzato, far dentro come focoso cavallo, che raccolto col freno e tormentato collo sprone, gonfia le nari, s’impenna, sbuffa, tesse colle gambe su poco suolo rabbioso e soffre; ma si farà vedere quando gli verrà dato lanciarsi di carriera.

Passando vicino la Marta, a quale tornata che quella sorta d’alterco era sul forte, stava poco discosta, coll’impaccio d’una bottiglia e di due bicchieri in mano; non badò al profondissimo inchino, che la poveretta fece per rabbonirlo, o per mostrargli che essa non ci poteva nulla. Ma come avesse voluto lasciarle un’altra ambasciata, disse tra denti: «sfacciato! l’avrà a pagare!» E via più che di passo, in pochi istanti disparve oltre l’arco, in fondo al piazzale.

«Ahimè!» povera donna, — sclamò Marta — vecchia come la terra d’un castagneto, e chi sa che cosa mi toccherà vedere!

«E che volete vi tocchi? — Le chiese il giovane che s’era avvicinato, soave nella voce, e mettendole sopra la spalla una mano.

«Certe parole — rispose essa scotendosi quella mano di dosso — bisogna proprio averle imparate dal diavolo! Lasciavano il segno nell’aria come le saette!

«Oh santa semplicità! — esclamò egli sorridendo mestamente; — Una volta, che in una città di questo mondo, i preti stavano abbrucciando un uomo, che loro non piaceva guari; una vecchierella come siete voi, recava legna da aggiungere al fuoco, per aiutarli, e dare gloria a Dio con essi!»