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corse ad incontrarlo, tutta batticuore, inchini, e ringraziamenti interni alla Madonna, che anco questa volta l’aveva aiutata. La buona donna, se ci rammenta, s’era tirata in casa pregando il cielo che don Apollinare non venisse, o almeno indugiasse tanto da non trovarsi con Giuliano in quell’ora cattiva; e siccome questi non era più là ad aspettarlo, così essa credeva che il cielo se ne fosse proprio immischiato.

«Men furia e più memoria! — disse il pievano vedendola affrettarsi alla sua volta.

«O signoria, so che cosa vuol dirmi; ma stamattina sono tornata che la signora era in sul partire; darle colazione, aiutarla a vestirsi, correre su e giù..., sa pure che io qui sono Marta, ma faccio anche da Maddalena; e come diceva..., la sua ambasciata, il signorino... non l’ho ancora veduto...» — E subito aggiunse colla mente: «dacchè l’ho lasciato qui.

«E per dove è partita la signora!

«Ma..., se per in giù o per in su... non mi ha detto nulla... Già sarà per affari; morto il padrone buonanima tutti hanno approfittato per usurpare,...» Qui si picchiava mentalmente il petto, per le due bugie sgusciatele in un lampo; e pensando che se il pievano stava là un quarto d’ora, altro che purgatorio! faceva il conto agli anni di pena che s’era procacciata, contandone sette per ognuna di quelle bugie.»

Il prete che non soleva farsi uccellare, mise in disparte quel discorso, e fissandola bene tra ciglio e ciglio, le disse:

«Dunque il signorino si può vederlo?

«Ah! questo sì... — rispose essa rimescolata — cioè, posso guardare, era qui..., sarà là... sarà...»

Sarà di qua sarà di là, avrebbe dato i suoi salari di cinquant’anni, se in quel momento le campane del castello avessero suonato qualcosa, anco se occorreva una agonia, pur di vedere il pievano tornarsi addietro: invocò un’altra volta il cielo, ma il cielo l’abbandonò;