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COMMIATO.



Queste cose io le ebbi da un vecchio ottuagenario, morto da parecchi anni, il quale me le dava stando al fuoco colle molle in mano. Egli mi diceva che erano tutte vere verissime: ma rammentando ora certo sorriso che gli veniva sulle labbra, ogni volta che io notava in un mio libercolo qualche fatto: temo forte, che con alcune sue immaginazioni sia riuscito a infinocchiarmi. E voleva il buon vecchio piantarmi senza più dir nulla, alla morte della signora Maddalena; protestando di non voler venire col suo racconto più in quà della fine del secolo, per non far conoscere i personaggi sopravvissuti. Pose anzi cura nel togliermi di mano le fila, tanto che nel cercare da me non mi raccapezzassi: aggiungendo che sarebbe stata opera vana, perchè nulla mi avrebbe aiutato, neanco l’aspetto dei luoghi, mutati del tutto dai nuovi abitatori. A stento aggiunse le poche cose che ho scritte: e avendogli io chiesto qual fine avessero fatto don Marco, padre Anacleto, Bianca e gli altri personaggi; mi rispose che se io voleva vedere a spegnere i ceri l’un dopo l’altro, andassi in chiesa la settimana santa. Io tacqui: ma se quel che raccolsi da altri, si accorda con quello che ebbi da lui; don Marco deve essere vissuto sino all’anno in cui capitarono la seconda volta i Francesi condotti da Buonaparte. Quella volta don Apollinare, tornato col suo