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La signora Maddalena, cui la vista del padre di Bianca aveva tornato a mente l’apparizione di costei all’arco del suo piazzale, s’era sentita correre un gelo per la persona. Ora le parole d’Anselmo le fecero pensare quanto più lieto di lei, doveva essere quel padre che andava a visitare la sua figliuola felice; e non potè frenare un sospiro, Anselmo temendo di darle noia, schioccò la frusta, e tirò diritto al fatto suo: ma ahimè! quella donna che partendo di casa aveva trovato così bello il cielo, i campi, la compagnia; parve ad un tratto condotta a forza e rassegnata a qualche mala ventura. Già tutta l’allegrezza di mezz’ora prima, si mutava nello struggimento degli altri giorni.

Marta, pur non osando dir nulla, vedendo in faccia alla padrona i segni dell’animo scompigliato, stava tutta occhi, temendo che le pigliasse male. E per questo non badava a un rumore come di tuono lontano, che veniva non si poteva dir bene da qual parte; e quasi non udiva certe esclamazioni, in cui usciva Anselmo, come parlasse a sè stesso.

«O che adesso siamo al temporale? — diceva egli — eppure non veggo una nuvola larga come un luigi d’oro, chi la volesse pagare!» E alzava gli occhi a guardare il cielo, terso da un capo all’altro come uno specchio. Ma quel rumore, quel mugolìo, cresceva cresceva; il pover’uomo stupiva sempre più; e ad ogni svolta donde si potesse scoprire più lontano, avrebbe giurato di vedere spuntare all’orizzonte le nuvole malvagie piene di tempesta.

Mentre egli pensava all’uve, alla grandine e al ricolto pericolante; la signora toccando Marta leggermente col gomito, le additò di là del torrente una viuzza aspra, che menava ad un casale, accovacciato in fondo a una valletta squallida e brulla. Marta guardò, e vide una compagnia di contadini, i quali facevano corteo ad un feretro coperto d’un lenzuolo bianco, e portato da quattro disciplinanti.

«Là c’è un morto; disse segnandosi Anselmo, che