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che l’avevano fatto piangere bambino; la voce di don Marco quando traduceva alla scolaresca il cœli enarrant, cogli occhi levati e gonfi di lagrime e di desìo; il grido di tutte la generazioni passate nella sventura, udito da lui nello studio della storia; e la bufera, e il sereno, e l’odio, e l’amore, tutto vi trovava ascoltando da lungi: mentre il mare col suo flottare a tratti, parea rispondere a ciascuna pausa dell’inno una voce, voce dell’infinito che dicesse: «è vero!» Allora provava una smania di correre, e il primo generale Francese che gli venisse fatto d’incontrare, pregarlo d’un’arme, d’un’assisa, d’un posto in quelle schiere: senonchè l’immagine della madre gli si mostrava in quei furori generosi; mesta, timorosa, cogli occhi bassi, come un’amante offesa, e gli sussurrava dolcemente: «tu in battaglia potresti sfogarti e morire; ma io a saperti armato per queste nostre contrade come un nemico, io che farei?» Subito egli sentiva dar giù l’animo, e sclamava: «ahimè! fummo pur allevati dappoco; ed ecco perchè un prete come don Apollinare, ha potuto mettermi in fuga, soltanto coll’aggrottare le ciglia!» Non aveva mai osato dire cose di questa sorta, che potevano anche toccare la madre sua; e forse si sarebbe pentito di averle dette, ma non ebbe il tempo da farlo, perchè appunto allora arrivava in mezzo ai Francesi. Chiesto degli uffiziali che l’avevano trattenuto l’altre volte, fu menato a trovarli: e le belle accoglienze furono molte, ma le maraviglie perchè egli non s’era fatto vivo da tanto tempo, furono anche più. Egli si scusò come potè meglio; e quegli uffiziali, che come i soldati usano verso chi va loro a genio, gli si erano legati di sentimento, lo vollero a mensa con loro, sebbene ei si schermisse. Nei parlari amichevoli di quella brigata, venne a conoscere la verità sul fatto dei giovani messi a morte in Torino; e le gazzette che capitavano di Francia a quei campi, n’erano piene. Giuliano lesse i nomi degli sventurati, e alcuni erano di amici, altri d’uomini noti per odio ai governi d’allora, per amore alle cose nuove.