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rospi gracidavano; e nelle altissime regioni dell’aria, si udivano le strida degli ultimi rondoni tardi a migrare.

«Ode? — diceva Rocco a Giuliano, — i grilli cantano per farci maturare le uve; e lassù tutte quelle stelle si staccano dal cielo, per festeggiare la Madonna degli Angeli, che cade domani.»

Il giovane non volle togliere all’uomo semplice di cuore, quel tantino di poesia che gli raggiava nell’anima; perchè sarebbe stato come rubare ad un mendico il tozzo accattato per amor di Dio. Ma quell’udir menzionare la Madonna degli Angeli fu per lui un gran che; e rammentò come la prima volta ch’egli s’era aperto colla madre sull’amor suo, questa avea detto d’aver visto Bianca appunto a quella sagra. Subito l’immagine della fanciulla gli apparve bella e sdegnosa, a rimproverarlo di averla creduta infida, senza essersi curato di sincerarsi qual fosse più, o colpevole o sventurata.

«E tu, — gli diceva quell’immagine — tu te ne vai con codesto amaro nell’anima, spregiando o maledicendo la donna che amasti! Ma, chi ti disse che tu non faresti a tempo per avermi tua?»

Queste voci della fantasia, gli parvero dolci, come quelle d’un usignolo, il quale già dal principio del viaggio, accompagnava i due camminanti, avanzandoli di lunghi voli, e sempre fermandosi ad aspettarli e salutarli col suo canto. Allora si pentì d’aver perduto in casa quel giorno e la notte innanzi; sperò che Bianca non fosse ancora sposata; e quel pensiero venutogli tante volte a Torino, di correre a C... e sposa o rapita, portare, la fanciulla anco in capo al mondo; rinacque in lui così urgente, che tutto quel ch’era stato sino a quel punto, gli parve nulla.

Di questa guisa aveano varcato il torrente su d’una palancola, e sulla destra di questo s’erano innoltrati per la strada maestra, sin dove si spiccano da essa due sentieri; dei quali uno, piegando a mancina, verso le montagne a levante, era quello per cui dovevano porsi. Rocco