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E fra un nuovo urtarsi di bicchieri, e un nuovo erompere di voci, bevve l’ultimo sorso che gli colmò la misura. Allora sentendosi la testa lì per andare in volta; prese commiato da Bianca, dallo sposo, e dalla comitiva, dando la mano a baciare a tutti, salvo che ai preti.

Lui partito, durarono i ricreamenti e gli allegri parlari, finchè alcuni cominciarono a provar noia, altri desiderosi d’una boccata d’aria s’affacciavano alle finestre, andando e tornando con uno scarpiccio irrequieto. Gli ufficiali tastavano le loro pipe, bramosi di farle fumare; Bianca aveva negli occhi l’agonia d’andar fuori; di che non si stette guari a far parola d’uscire a diporto.

Lasciamo che si apparecchino, che si liscino, che partano a due, a quattro, come loro verrà bene; e vadano a godersi il fresco della bassa ora, o lungo i prati oltre il torrente, o sotto i filari d’olmi, sui quali cantano più felici di loro, i passeri a migliaia. Salgano a loro talento in castello, a rifare colla mente il vasto edificio; e Bianca si pasca di sogni, e colla fantasia vegga sè stessa seduta al balcone marmoreo, come le aveva insegnato a figurarsi il padre Anacleto. Noi raggiungeremo questo, chè alla maniera in cui si è veduto partire, qualcuno non se lo avesse a immaginare barcollante, sulla via del suo convento.

Egli aveva veduto il fondo a molti bicchieri; ma la sua natura, era da non lasciarlo correre oltre un’ebrezza discreta. E se dava il primo alla sete, il secondo al piacere, il terzo all’allegria; avrebbe da poi potuto dare altri venti bicchieri allo stomaco, senza che gli accadesse di perdere la tramontana. Ma fosse anche stato a questo segno, non gli sarebbe seguito alcun male. Perchè s’aveva procacciata la compagnia di quattro giovani di buon casato, suoi penitenti; i quali, sul vespro, andando a zonzo fuori del borgo, s’acconciarono di buon grado a fargli servigio.

Tra la via da C.... al convento, non rifiniva di lodarsi della maestria, con cui aveva condotto a termine quel