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«Sposarti? — sclamò la signora Maddalena balzando in piedi dall’allegrezza, come a mensa aveva fatto dalla paura: — e spòsati, e sia benedetta la nuora che mi condurrai in casa....! Ma perchè mi hai tenuta tutta questa sera sulle spine? Ci voleva tanto a darmi questa bella nuova? Siedi, che ora non voglio vederti perdere la bella sicurezza di poco fa, per questo rimprovero; siedi e parliamo di lei. Già ho bell’e capito, essa è di C.... come si chiama?»

«Bianca dei N.... — rispose Giuliano colle vampe al viso.

«Oh? Dei N.... ce n’è una famiglia sola, credo... Sua madre dev’esser morta, e si chiamava la signora Costanza nevvero? Hai fatto bene a innamorarti d’un’orfana! E la conosco sai; sta un po’ a sentire: la vidi una volta, al convento dei Minori Osservanti di C....: mi ci aveva condotto tuo padre alla sagra della Madonna degli Angeli... miracolo, perchè le sagre egli non le poteva udire manco a menzionare! ebbene..... Bianca deve essere una di quelle due fanciulline che la signora Costanza si menava per mano, sotto i pergolati del convento: parevano due perle.... una era bionda, l’altra bruna....: ricordo che vedendole io dissi che la festa della Madonna degli Angeli era fatta per esse.... e tuo padre a ridere.... a ridere di sentimento.... e a chiamarmi invidiosa.... E qual è delle due?»

«La bruna.

«Ah! già perchè l’altra deve avere pochi anni....! La bruna! — Ripetendo questa parola la signora rimase cogli occhi fissi, forse pensando ai tempi in cui anch’essa era piaciuta al giovane forestiero, che poi le era diventato marito: — E sta bene, — continuò poi, — ma come non mi hai detto nulla, mai nulla? Te ne sei forse innamorato quest’oggi?

«Che so io? — rispose Giuliano, stato sino a quel punto come un barbero alle mosse: — gli anni che stetti a C.... l’ho veduta venir su sotto i miei occhi. La vedeva