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a un prorompere di voci allegre, proprio come nei festini del carnovale. La signora udiva e sospirava, pensando ai casi suoi dolorosi: e giunta sulla porta, pose la sua mano ardente nella fredda e callosa di Rocco; il quale avuta la buona notte, commosso da quell’atto, tornò a promettere, che all’alba sarebbe stato colla figliuola in cammino per Santa G.... Capiva che obbedendo pronto, faceva un gran bene alla signora, a Tecla, a sè; e quasi dallo struggimento il pover’uomo piangeva.

Tornata in casa, la signora Maddalena, si guardò bene dall’appiccar discorso con Marta; la quale aveva detto poco prima quelle brutte parole. E come dalla camera di Giuliano non si udiva nulla, disse alla vecchia che andasse pure a dormire, e v’andò anch’essa. Quella fu una notte, quasi peggiore dell’altra di tre mesi prima, che aveva preceduto la partenza del suo figliuolo; e la povera donna ebbe un bel rimettersi in Dio, ma non le riuscì di riposare. Manco male, che per la stagione, il mattino stette poco ad apparire, a guisa d’un visitatore sollecito, che viene e s’affaccia timidamente ad esplorare, se è tempo da giungere gradito. Allora i tamburi batterono la diana nel campo alemanno, rompendo la quiete soave della prima aurora; quella quiete che non vorrebbe essere turbata da niuno, prima che dagli uccelli dell’aria, ridestati al canto, all’amore, all’innocenza della loro libera vita. Quei tamburi accompagnavano l’andata di Tecla e di Rocco, su per la via che serpeggiando da D.... verso le alture dei monti, i quali dividono le due valli della Bormida, mena al villaggio di Santa G.... Salivano salivano, Rocco portando sulla spalla il fardelletto di Tecla, infilato in un bastone; e Tecla volgendosi addietro di tanto in tanto a guardare. A misura che la veduta del borgo si faceva più bassa, e le case impicciolivano allo sguardo, e il campanile del castello pareva assotigliarsi, Tecla si sentiva crescere il cuore, e credeva di elevarsi a regioni piene d’un’aura dolcissima di speranza.