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paglia, coll’orcio dell’acqua, e il lumicino sepolcrale, in capo al giaciglio. Gli parve d’essere agiato sin troppo, e pensando a D...., e alla propria casa, che si poteva stimare una cosa di mezzo tra un palazzo e una catapecchia plebea; più che ad abellirla, si sentì tirato a farla modesta. Disegnando su questo a seconda dei pensieri che gli frullavano pel capo, si coricò; per destarsi l’indomani a ripigliare la sua vita di studio, di solitudine, di sogni d’amore: ma in casa la marchesa non tornò più. Nè questa se ne dolse a lui per imbasciata, o in altra guisa; solo volle tenerlo guardato per uno dei servi più fidi; vogliosa di far servizio a quella buona signora Maddalena e a don Marco. Seppe che nello studio, proseguiva ad essere riputato dei migliori, sebbene menasse vita selvatica e da uomo di sua testa; ma le dolse chiarire come nei libri della polizia, il nome di lui fosse notato assai nero: di che stette tutta occhi, perchè da quella parte non gli seguisse niun male. Egli poi, nulla sapendo delle cure che la gentildonna pigliava di lui; diventava ogni dì più assiduo ai ritrovi misteriosi, che ho rammentato; e cogli uomini, che di quel tempo erano tenuti in sospetto, di voler un giorno dar dentro a rivoltare il mondo, stringeva amicizia, ricambiava promesse; attirando sopra sè stesso i tanti pericoli, da cui coloro erano minacciati.
Di questo andare entravano giugno e luglio, colle loro giornate noiose e mai più finite; e Giuliano si vide di più di manco, alla vigilia di fare i fardelli, per tornarsi medico a quel suo D.... sospirato. Di sua madre ebbe in quel tempo due lettere, mute su Bianca, e però di cattivo presagio. Se ne doleva, fantasticando su quel silenzio; ma ne scusava la madre, come donna prudente, che non voleva mandar attorno il nome della fanciulla, confidato alla carta: e gli erano di qualche conforto le notizie che essa gli dava di sè, della vita che menava rassegnata, dello spasso preso in quelle sue lezioni date a Tecla, della quale diceva, come se la fosse tirata in casa,