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«Oh appunto! e che nuove mi porti di don Marco?
«Don Marco? Lo vidi da lungi e di fuga.... e mi parve triste....»
«Come da lungi e di fuga? O non hai detto stamattina che andavi a C.... proprio per veder lui?»
«Andai.... ma.... dopo il vespro egli era fuori pei monti, ad assistere non so che moribondo....»
«Egli pei monti? Ma il parroco, i curati, gli altri preti giovani...... come fanno a lasciar che vada quel povero vecchio?»
«Oh....! essi avevano altro a fare! Oggi c’era gran pranzo dal parroco: un pranzo di preti, di frati, di soldati, di signori e signore....! mezzo il borgo faceva le feste a quegli uggiosi Alamanni che sono colà!....»
La signora diede attorno un’occhiata, quasi temesse che qualcuno fosse stato a udire lo parole di Giuliano, poi mutò come potè il discorso, e proseguì: «hai detto che è triste nevvero? povero don Marco, capisco.... noi vecchi ci sentiamo fuggire il mondo....»
«Eh!.... a vedersi tra piedi quella turba di soldati, a sentire quello strascichio di sciabole, anco a non essere vecchi c’è da diventar tristi e far peggio....! Se gli Alemanni fossero a D.... non ci starei più un’ora....!
«Giuliano! — sclamò la signora, levandosi ritta — dimmelo, che tanto l’ho già indovinato....! Tu hai questionato con qualcuno di quei soldati! Oh.... no? Me lo accerti? Voleva vedere! Pensa che qui, essi hanno in mano tutto e tutti...; credi in cuor tuo quel che ti pare, ma bada a non darmi dispiaceri, chè se non te l’ho mai detto te lo dico ora: non sono più quella d’una volta e non potrei più sopportarli....!»
Giuliano sentì dar giù improvviso quel bollore che gli si era levato in petto, e guardando fisso sua madre, come se soltanto allora s’avvedesse che la salute le veniva scemando, provò uno sgomento sì forte che rispose pronto e pacato:
«Dispiaceri da me non ne avrà mai; ma questi Ale-