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«Che bisognava parlare con babbo...

«Saviamente risposto! Ma... quella castellanina di cui parlammo una volta, avrebbe avuto altro cuore.... E tu quando tuo babbo avrà fissato il giorno; tu testolina, avrai viso di rispondere che non lo vuoi più...

«Ma non ha visto padre, che gran signore egli è? Che dirò quando mi condurrà nella sua città, nel suo palazzo? E sua madre? Mi troverà fatta troppo alla buona...; e poi no... io non voglio andare così lontano, voglio vedere sempre mia zia, mia sorella...

«Ah sempliciona! E tu una volta pensavi di andar monaca, di quelle che non escono più di monastero nè vive nè morte! Stai pure, che coll’amore si vince, e potremo tirare il tuo sposo a stabilirsi quassù da noi.

«Per codesto, disse che comprerà tutta la vallata, o il castello; e che lo farà ricostruire per me...

«Vedi, vedi? Lascia fare a me, che dentr’oggi s’ha a a fissare ogni cosa...

«Oh! padre... no così presto...

«Sta zitta: Tutta la valle sa che ti hai a sposare.... E se la guerra ce lo portasse via? Che si direbbe? Che t’ha piantata... Chi ha tempo non aspetti. Tu sarai la prima dama del borgo; avrai fanciulle che ti serviranno come una regina; ti faranno priora della confraternita di Sant’Elisabetta; e quando sarai lassù nel tuo castello, a farti fresco col ventaglio, affacciata al balcone; e vedrai questo povero frate, per l’erta, venire da te..., dirai: «Sarei stata pur sciocca a non dargli ascolto!» Ed io sarò contento, come fossi io stesso al tuo posto.»

Bianca, ascoltando, fissava gli occhi nell’erba; e pareva le si dipingesse su quella, la scena di cui il frate parlava. A un tratto essa uscì in queste parole, che suonarono come un ultimo squillo di tromba in mezzo alla sconfitta.

«Ma egli è soldato....

«E gli faremo smettere il mestiere! — sclamò il frate impettito come chi ha superato l’ultimo riparo nemico: