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contare, rammentandoli, i morti che aveva sepolti in sua vita; non riesciva alle due dozzine che la testa cominciava a cascargli, or su l’una, ora sull’altra spalla, or sul petto; e allora si scuoteva, tossicchiava, e badava alle stelle se indovinasse l’ora.

Una di queste volte, alzando il capo, si vide là ritto dinanzi un uomo, che appoggiate le mani su d’un lungo e grosso bastone, sulle mani reggeva il mento, anzi si poteva dire la persona, a vedere come vi pesava sopra curvo ed intento.

«Fatti in là che così desterai il pievano! — sclamò Mattia, rabbioso — chi t’ha creanzato?

«Mattia, a qual giuoco abbiamo fatto sino ad ora?

«A qual giuoco? Ognuno secondo le carte, io per esempio faccio la guardia al signor pievano....

«Ed io la faccio a voi; perchè i desinari, le cene, le paia di capponi, ed anco le doppie che aveste da me, stanotte ve le farò costar care, se non mi menerete a cavare il tesoro, che m’avete promesso mille volte....!

«Oh! siete voi Zirione?» — disse Mattia fingendo le meraviglie; e levatosi in piedi fece segno di voler tirare in disparte il villano, che don Apollinare non avesse a udire quei suoi imbrogli. Ma l’altro, piantato come era là innanzi, mosse al tirar di Mattia come a un soffio di vento, e soggiunse tentennando il capo:

«Sì....! fate le viste di ravvisarmi adesso...! Io invece penso a voi da tre giorni; e non ho fatto che misurare cogli occhi le distanze dai nostri monti a questi; mi sono messo in tutte le posture, e ho capito alla fine, che noi siamo appunto su quelle cime che voi mi additavate dicendo che erano la nostra Spagna, che vi era un tesoro, e che un giorno o l’altro ci saremmo venuti.... Eccoci.... ci siamo, e il can per l’aia non lo meno più.... Poche parole! se il tesoro l’avete cavato voi, datemi la parte mia....

«Ah! — sclamò Mattia mostrandosi offeso: — se non mi stimate più per un galantuomo, allora....!