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nio, volgesse in qualche guisa al suo compimento; pur di cavarsela colle ossa e colla riputazione inoffese, quasi quasi avrebbero fatta la pace colla repubblica di Francia.

Mattia mostrava in quei giorni d’aver animo più alto del suo padrone; e se ne stava lassù colla testa su due guanciali, come il maggior pericolo fosse stato quello di vedere il mare levarsi a quell’altezza, e d’affogarvi dentro. Stato uomo da sbarragli tutta la giovinezza, stimava cose da beffe le brighe presenti; e il suo più gran da fare, era di reggere il cuore al pievano. Il quale per tenerselo amico, gli dava a mangiare i polli arrostiti, che il Rettore di Montefreddo faceva portare dalla sua cura poco discosta; e il sagrestano ben pasciuto, sempre lieto, sempre ritto, pareva l’anima dello stormo di D.... Lassù nessuna molestia per lui, nè di famiglia nè di mestiere; non campane da suonare, non ceri da accendere, non morti da seppellire: e se pure di questi un qualche giorno ve n’aveva a essere; tra l’averli nudi, avvolti in un lenzuolo, e vederseli ai piedi vestiti e non frugati, ci correva la moneta che avrebbe trovata nelle loro saccoccie. Eppoi lassù non aveva quella noia della moglie, e quell’altra di gente cui dovesse roba o danaro; mentre a D...., eh! a D.... erano litanie che non finivano mai.

Stava egli adunque in barba di miccio; ma la quinta notte, dacchè campeggiava lassù colle turbe, gli avvenne caso da fargli dire, che proprio gente contenta sulla terra non ve ne può durare.

Sedeva col dorso appoggiato alla capanna che aveva formata pel pievano; e faceva la guardia, come l’altre notti, perchè questi potesse dormire tranquillo. Tenendosi desto a fatica, guardava i suoi compatriotti addormentati là intorno; e colla mente che gli pareva avere avvolta di nebbia, pensava: «Eh! Mattia, chi direbbe, che dei parenti di costoro ne hai messi nelle buche le centinaia! Centinaia? Altro che centinaia! di certo non durerai da seppellirsene altrettanti...» — E provandosi a