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Alfine, avendo bevuto il caffè, ed essendo l’ora di porsi in cammino, il pievano apparve sulla soglia del presbiterio. Aveva indosso una giubba smessa, in gamba certe brache vellose e rattoppate; e in un fagottino recava la talare, che poteva accadere d’averne mestieri. Appena fu visto, scoppiò un gran battimani; ed egli ringraziata co’ cenni la folla, aiutato alla meglio montò a cavallo. Poi data un’occhiata a Placidia, rimasta alla finestra, piangente e sbalordita; tese la mano e sclamò: «Dio è con noi! Ci siamo tutti? Andiamo!»

Discesero di castello, e trovarono al piano altra gente, con armi, e forcoli e falci, cento maniere d’arnesi atti a far sangue. Le donne benedicevano dalle finestre e dalle porte; i fanciulli si mettevano in brigata, le madri li tiravano fuori sculacciandoli; e la signora Maddalena, guardando dal suo piazzale quel moto confuso, ringraziava il cielo, che Giuliano fosse lungi da casa. Vedeva quella turba irta d’armi, e quegli stendali delle confraternite drappellati come dalle braccia di pazzi, e raccapricciava: Marta, standole vicina, si doleva di non essere un uomo, per poter andare contro i Francesi; e la signora non fu quieta che quando lo stormo le uscì di vista, e la campana cessò dal suonare.

Avesse suonato a lutto tutto quel giorno, e sarebbe stata giustizia. Perchè la gente di D..., nel passare per la terricciola di R..., fu come la maledizione di Dio. E sì che il villaggio si poteva dire tutt’una cosa col loro borgo, tanto erano vicini; ma da rozzi si fa presto a diventar malvagi; e trovate le case non difese, per avere gli uomini di R.... fatta anch’essi la leva in massa verso C...; cominciarono a pigliarsi brutti spassi, spaurire le donne, mandare a male il vino nelle cantine, guastare alberi ed orti; e se don Apollinare non si fosse adoperato a rabbonirli, certo sarebbe rimasto poco da fare a quei Francesi, dei quali s’andava ad impedire la calata e se ne dicevano tante ribalderie.