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tro momento; poi come l’ora e la stanchezza poterono più del travaglio del cuore, s’addormentarono; e Bianca sognò tutta notte, monache, chiese e canti devoti.

L’indomani il signor Fedele, s’alzò prima dell’alba, e fattosi sulla soglia della loro camera, gettò dentro queste parole: «nessuna di voi vada fuori, sino a che non sia tornato.» E disceso alla casa colonica, che era muro a muro colla palazzina, comandò al cascinaio ed alla moglie di lui, che non parlassero ad anima viva nè della sua venuta in villa, nè dell’ora, nè d’altro; e badassero bene a non farsi vedere con damigella Maria e con Margherita, per non dar ombra a Bianca: alla quale, gli fossero segreti, pareva stesse per dar volta il cervello, dalla gran paura dei Francesi; e in tutto e tutti vedeva nemici e spie.

«Povera signorina! — sclamava la cascinaia impietosita e sciugandosi gli occhi col grembiale, stette a udire gli ordini che le dava il padrone, per la colazione delle signore; uova, cacio, latte. Poi fece vedere una focaccia cavata allora di sotto la cenere, avvolta in un mantile bianco come la neve, e cotta proprio per esse; che venendo alla villa solevano chiederle sempre di quella sorta di pane. Il signor Fedele contento della donnicciuola partì.

La curiosità è femmina e sirocchia della ignoranza; onde non è a dire come pungesse l’animo della cascinaia. Costei non attese d’essere chiamata, ma tolta quella roba che le aveva detto il padrone, se la recò in un cesto, entrò nella palazzina, salì le scale; e facendo a fidanza colla bontà delle signore, disse fra sè: «se mi colgono dirò che veniva con questa grazia di Dio; se no voglio un po’ vedere che cosa è questo mistero....» Cattellon catelloni, s’appressò all’uscio della camera ove esse erano, le vide attraverso la toppa; e si mise a origliare.

Altro che parere in punto d’andarsi in volta col cervello! Bianca parlava di suo padre, che voleva sacrificarla, calma, affettuosa, e diceva di volersi far monaca