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presto, che non avevano raccolto il po’ di fardello che loro sarebbe bisognato in villa, e il signor Fedele venne a pigliarle. Chiuse per bene le porte di casa, uscirono fuori del borgo, per quel vicolo dov’era passata la signora Maddalena, nel suo ritorno doloroso. Coperte di lunghe guarnacche nere, le due fanciulle reggevano il passo della zia, tenendosi strette a lei, come usavano menandola a messa; e il padre dietro, per un sentiero fuori mano, le fece scendere nel greto del torrente. La povera cieca, inciampava ne’ ciottoli o si pungeva tra le spine, ma non fiatava; dolendosi solo di non aver potuto parlare a don Marco prima di partire, chè di certo da lui avrebbe avuto qualche sano consiglio. A un certo segno, il sentiero entrava sott’uno degli archi del ponte, che rimaneva a secco per la povertà del torrente; e mentre esse passavano i pipistrelli spiccandosi dalla volta, venivano spauriti a sbattere l’ala nelle loro persone; di che tremavano poverette, quanto il signor Fedele d’incontrarsi coll’Alemanno, o in chi potesse dar voce nel borgo di quell’andata notturna e misteriosa. E però s’era messo per quel passo mal destro, come avesse gente insieme che andasse a mal fare.

Ebbero a tribolare oltre il ponte anche un poco, poi risalendo a mancina su per la ripa erbosa, furono sulla via, grande, ma scura scura per i pioppi fitti che non vi lasciavano raggiare la luna, levatasi pur allora. Di là per campi e per vigneti, giunsero alla villa, dove la famiglia del colono era già a riposo. Solo vegliava il capo di essa, uomo di buona età e vigoroso, il quale sedeva sulla soglia della casa, e faceva guardia alla roba, per tema dei soldati Alemanni, che uscendo la notte dai loro campi, andavano rubando, e ogni mattina s’udiva a parlare di pollai vuotati, e sin di vitelli rapiti.

«Chi va di notte! — chiese costui levandosi ritto, con un grosso bastone fra le mani, e venendo oltre al rumore delle pedate.

«Siam noi, Lorenzo, — rispose il signor Fedele.