Pagina:Abba - Da Quarto al Volturno.djvu/91

qui non si lagni d’essere povero al mondo, che anche con una manata d’erba è un bel vivere, se si hanno occhi per vedere e cuore per sentire.

È giunto un giovane gentiluomo Palermitano, che all’aspetto crederei fratello del colonnello Carini. Alto, biondo, robusto come lui. Si chiama Narciso Cozzo. Venne ben armato e ci seguirà, mettendosi nella mia compagnia. Anch’egli parla della città impaziente, è pronta ad insorgere. Se la gioventù di Palermo è del suo sentire, non v’ha dubbio che non ci attenda il trionfo.

Coi cannocchiali si scoprono grossi drappelli di soldati, accampati sotto le mura di Palermo. A vederli muoversi in quel silenzio laggiù, uno dice: «Ma non verranno essi un dì o l’altro ad assalirci?».

Una colonna di regi si avanza cauta, per la pianura, sino alle falde del monte che abbiamo a destra, diviso da noi solo dal letto asciutto d’un