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— Che ci si canzona qui? — esclamai: e allora un signore diede alla donna un urtone, e mi offerse da bere, in un gran boccale di terra. Fui lì per darglielo in faccia; ma accostai le labbra per creanza, poi piantai lui per raggiungere quella donna Non mi riuscì di trovarla. Ma subito una giovane dagli occhi grandi, soavi, e smunta, malata, mi porse un cedro colla destra, e colla sinistra tesa mi disse: — Signorino! — Un cencio di gonnella le dava a mezzo stinco, e aveva i piedi ignudi. Le posi in mano due prubbiche, monetuccie di qui che paion farfalle; essa le prese e corse via. La veggo ancora, colle gambe scarne, battute dai brandelli della veste lurida e corta, fuggire non so se lieta o vergognosa.
Quando giunse il Generale, fu proprio un delirio. La banda si arrabbiava a suonare; non si vedevano che braccia alzate e armi brandite; chi giurava, chi s’inginocchiava, chi benediceva: la piazza, le vie, i vicoli erano stipati; ci volle del bello prima che gli facessero un po’ di largo. Ed egli, paziente lieto, salutava ed aspettava sorridendo.
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C’è qui un ufficiale vestito dell’uniforme Piemontese, che mi pare tutto quello del caso di Novi.