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intera combinavano male con quei panni. Il capitano Montanari, che pare suo grande amico, gli veniva a fianco celiando, e gli diceva: «Così vestito mi sembrate un leone in gabbia». Il Generale sorrideva.
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Son voluto entrare in chiesa. Una piccola chiesa disadorna e tranquilla, fatta proprio per pregarvi e null’altro. Mi sono seduto tra le panche, per respirare un po’ di quell’aria fresca che era là dentro, e invece mi si riempì l’animo di malinconia. Uscito, ho subito scritto a casa mia, confessando d’esser qui, e dicendo con chi e dove vado.
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Mi sono tuffato in mare con una voluttà indicibile. Le acque erano tiepide, per tutta la riva una festa di nuotatori, sui poggi, a brigate, si vedevano i nostri godere il fresco dell’erba. Lungo la strada che mena ad Orbetello un gran viavai.
Ma che cosa facciamo qui? Che cosa si aspetta? Stanotte dormiremo a terra, e i nostri legni staranno all’àncora. Dicono che furono menati via dal porto di Genova per sorpresa. Che colpo, se venisse una nave da guerra a ripigliarceli! Il meglio sarebbe tirar via. Ma forse il Generale