Pagina:Abba - Da Quarto al Volturno.djvu/272

264 le guide dei mille


vallo, e suonava tra loro il forte romanesco dei cugini Pietro e Lippo Bruzzesi; suonava il trentino di Egisto Bezzi, che al profilo e alla persona arieggiava un poco il Ferruccio. Pareva una fanciulla dal Trentino fuggita con lui, per seguirlo in guerra vestito da uomo, il giovinetto conte Filippo Manci di ventun anni. E a voler fantasticare, si sarebbe detto che, rivale segreto, li seguisse Filippo Tranquillini, loro compaesano, che n’aveva ventitre, e s’era buttato alle spalle codici e pandette per impugnare la spada. Domenico Cariolato di Vicenza non aveva che ventiquattr’anni, ed era già un veterano della difesa di Roma: Camillo Chizzolini di Marcaria, nel mantovano, cominciava quella giornata a cavallo, forse vagheggiando le albe di quando sarebbe medico condotto nel suo paese nativo: ma l’ingegnere Luigi Daccò, che vide in quella marcia il deserto da Marsala a Rampagallo, se ne sarà ricordato nella Pampas di Buenos-Ayres, dove andò a vivere poi. Seguivano Felice Ferrighi di Valdagno, e Luigi Prignacchi di Fiesse; v’era Eligio Panzeri di Bulciago che doveva vivere soltanto per veder Palermo, dove di ferite morì.

O bel gruppo di cavalieri, degni che con voi fosse stato messo Ippolito Nievo, che pure non mancava in quell’impresa, e che da Guida avea fatto il cinquantanove! A cavallo aveva cantato