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colonnello Corte, a chi facesse meglio; così la voglia d’uscir di Capua i borbonici potranno averla; ma l’ardimento forse mai più.
20 d’ottobre.
Pettorano, Carpinone, Isernia, meritereste che su voi non venisse più nè pioggia nè rugiada, fin che durerà la memoria dei nostri, ingannati e messi in caccia e uccisi pel vostri campi e pei vostri boschi!
Tornano gli avanzi della colonna di Nullo; non si regge ai loro racconti; non sanno dire che morti, morti, morti! Par loro d’avere ancora intorno l’orgia di villani, di soldati, di frati che uccidevano al grido di Viva Francesco secondo e Viva Maria.
Povero Bettoni! La sua Soresina non lo vedrà più. Se ne veniva indietro ferito su d’una carrozza; cavalcavano a’ suoi lati Lavagnolo e Moro, pensando di poterlo porre in salvo a Boiano, e tornar poi a spron battuto dove Nullo combatteva, e i nostri morivano qua, là, a gruppi, da soli, sbigottiti dalle grida selvaggie. Poveri cavalieri! Il giorno appresso il tenente Candiani li trovò morti sulla via. Ah! quel Sannio, quel Sannio! Mi sento passar sul viso un soffio gelato