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che arrivò appunto di là, in tempo per correre a Caserta, incontrar Garibaldi nel momento più vivo della battaglia sul Volturno, salutarlo e entrar a combattere. Aver cercato continenti e mari, andando randagi, dalla giovinezza alla vecchiezza; aver amato, creduto, giurato di far l’Italia prima di morire; essersi raggiunti in un giorno di battaglia come quella del Volturno, l’uno già ministro della guerra in Roma, l’altro allora sotto di lui e ora Dittatore qui; cosa mi parlano della vecchia Cavalleria? Questa è storia romana, ma di quella antica, antica...

15 d’ottobre.

Stamattina s’ebbe un gran fatto. Per la prima volta, i soldati di Vittorio Emanuele combatterono davvero a canto dei Volontari di Garibaldi. Dico davvero, perchè già il due d’ottobre quel battaglione della brigata Re che avevamo lasciato nella piazza del palazzo reale il giorno avanti, fu adoperato con pochi bersaglieri a far prigioniera quella tal Colonna borbonica di Caserta Vecchia. Ma quello fu un fatto senza poesia. Invece, stamattina, i borbonici uscirono da Capua baldanzosi, marciando verso Sant’Angelo, dove trovarono i bersaglieri e la fanteria regolare che li soffiarono via come pagliuzze. Gareggiarono con essi i volontari del