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quel petto. E poi la sua modestia! Che seccature, per lui, certe cose! Ieri, a Caserta, era da Garibaldi, mentre alcuni ufficiali della marineria americana entravano a visitare il Washington d’Italia. — Ecco il modello de’ miei ufficiali: disse il Generale mostrando il Piccinini a quei marinai. — Non si darebbe la vita per una mezza parola di queste, detta da Lui? Eppure il Piccinini quasi quasi usciva mortificato. Ma già; egli non sa d’essere quello che tra tutti somiglia di più a Garibaldi. Semplice come Lui, bello, buono e fiero come Lui: saprebbe anch’egli vivere nel deserto, crearsi un mondo, e dimenticare questo degli uomini. Mi pare già di vederlo. Quando tutto sarà finito, in quattro o cinque passi, egli tornerà alle sue Alpi, nella solitudine della sua Pradalunga. E se gli diranno: Ebbene? Egli risponderà come se venisse da far una passeggiata. Ma a suo padre, oh! a suo padre narrerà tutto.
13 d’ottobre.
Nullo, Zasio, Mario, Caldesi, con una diecina di Guide comandate dal nostro Candiani, ieri partirono alla testa d’un battaglione, per luoghi lontani, che son di là dal Volturno, chi sa quanto, dov’è il Sannio, il tremendo Sannio. Nullo il braccio, Zasio la bellezza, Mario il pensiero, Caldesi la