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paesello della Baviera. Chi sa? Egli si sarà creduto di salvare, su quel cocuzzolo eccelso, il trono della bella Sofia, figlia dei suoi Re, venuta dal suo paese a regnar qui nella dolce terra d’Italia. Tranquillo com’uno che ha compito tutti i suoi doveri, ora giace sulla parte del cuore e par che dorma, o guati di sottecchi e ascolti. A vederlo c’è una processione. Ebbene, è ancora una gran fortuna finir così, piuttosto che di vecchiaia in un letto, forse sulla paglia, dopo aver fatto patir chi sa quanti! E piace vedere che tutti lo guardano con rispetto, dolendosi soltanto di tanto valore sprecato.

Ma stanotte, in sentinella a quattro passi dal morto, un siciliano di Bivona, quasi fanciullo ancora, nobile di non so che grado, chiamava ogni tanto: Caporale! faceva una voce che pareva gli uscisse dal recesso di tutti i dolori. E il caporale correva. Cos’era? Nulla. Ma un’ultima volta il caporale comprese, perchè il giovinetto tremava e guardava quel morto là a quattro passi. — «Ah! Hai paura di lui?» — «Caporale, sì!».

Fantasia!

Ieri visitai ad uno ad uno i piccolissimi altipiani che si digradano giù pel monte, dove un centinaio e mezzo d’uomini del Boldrini