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Bixio tornava indietro e il suo sguardo diceva: Vittoria! — Cosa siete voi? — domandò al Capitano Novaria. E Novaria: — Gente della brigata Eber. — Correte per di là su Valle, e fate presto: mettetevi agli ordini del colonnello Dezza.
1° ottobre. 3 pomeridiane.
La mia dolce terra delle Langhe, quasi sconosciuta all’Italia, l’ho sentita, vista, goduta un momento, qui, così lontano, su questi greppi di Monte Calvo.
Passavo attraverso quelle vepraie lassù, per quel sentieruolo dove non passò forse mai persona buona ad altro che a patire, sudare e pregare. E mi saltò fuori come di sottoterra un ufficiale tutto sanguinante in faccia e lacero la camicia, con un mozzicone di sciabola in mano. Mi chiamò: O tu, dove vai? — Alla mia compagnia sopra Valle. — E da dove vieni? — Dal quartier generale. — E Bixio? — Trionfa! — Con queste e poche altre parole, mi parve di parlare con uno delle mie parti. — E tu, chi sei? domandai già pieno di gioia per quell’incontro con un mio compatriota, in camicia rossa: — Io sono Sclavo di Lesegno. — Ed io il tale. — E allora ci abbracciammo, ci baciammo.