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secondo; acclamato da un popolo che dev’essere parso quello di Gerusalemme il dì delle Palme. Cose da dar le vertigini, da far allungar la mano per pigliar la corona. Ma Garibaldi passò, sorrise, e alla Reggia non diede nemmeno uno sguardo.

Napoli, 15 settembre.

Per Caserta, a furia! Ieri i regi uscirono di Capua... chi sa? Si sente che da Capua a qui c’è un passo, e di mezzo quasi nulla, poche camicie rosse. Cosa sarebbe un improvviso ritorno. Ruffo, Fra Diavolo, l’orgia del novantanove!

Caserta, 15 settembre.

Quella dei borbonici di ieri non fu che una ricognizione, ma grossa. Gli ungheresi della legione, dove si piantano, nessuno li può muovere più. Ebbe un bel caricarli, la cavalleria napoletana; si ruppe contro i loro gruppi come onda contro gli scogli. Allora venne avanti la fanteria. Ma i bersaglieri del Tanara con quei del Corrao le si avventarono alla baionetta, e via, via, la fecero voltare, dandole poi dietro quasi fin sotto le mura della cittadella. A tornare fu un guaio. L’artiglieria dei bastioni li fulminava.