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c’è nulla che lo possa dare! Li ho riveduti tutti! Catanzaro, Tiriolo, Soveria, Rogliano, Cosenza, la brigata Eber camminò per tutto quel tratto della Calabria, tenda il cielo, letto la terra, ma senza tirare una schioppettata. Mi descrive tutto Daniele Piccinini, il più bel capitano della brigata.

A Cosenza si trovarono quasi tutti i Corpi delle nostre Divisioni, a un tempo, come se ci si fossero data la posta. Fu un pensiero di Bixio? Schierate sul terreno, dove sedici anni

sono caddero fucilati i Bandiera, le Divisioni fecero una commemorazione eroica. Bixio incendiò l’aria così: «Soldati della rivoluzione italiana, soldati della rivoluzione europea; noi che non ci scopriamo se non dinanzi a Dio, ci inchiniamo alla tomba dei Bandiera che sono i nostri Santi!». — E le Divisioni ascoltavano mute il discorso breve, vibrato e tempestoso come il mare su cui Bixio visse mezza la vita. Dice Piccinini che se ad ognuno fosse stato detto: Vorresti essere uno di quei morti? ognuno avrebbe risposto che sì, che sì. Perchè Bixio li fece passar vivi e trionfanti dinanzi a tutti, sì che la loro morte parve più bella delle nostre vittorie. Certo il martirio ha molto più di divino che il trionfo.

E mentre la cerimonia si compiva nel Vallo di Crati, il Dittatore entrava in Napoli quasi solo, salutato dalle milizie lasciate qui da Francesco