Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
padre, a dolersi della pelle messa in giuoco un’altra volta. Del resto non si vantava di capire molto le cose: ciò che piaceva ai superiori, piaceva a lui: tutto per Vittorio e pazienza. Avessimo due o tre centinaia d’uomini come lui, buoni a cavallo e a menar le mani, quando saremo laggiù!
Nella stazione di Novi.
Si conoscono all’aspetto. Non sono viaggiatori d’ogni giorno; hanno nella faccia un’aria d’allegrezza, ma si vede che l’animo è raccolto. Si sa. Tutti hanno lasciato qualche persona cara; molti si dorranno di essere partiti di nascosto.
La compagnia cresce e migliora.
Vi sono dei soldati di fanteria che aspettano non so che treno. Un sottotenente mi si avvicinò e mi disse:
— Vorrebbe telegrafarmi da Genova l’ora che partiranno?
Io, nè sì nè no, rimasi lì muto. Che dire? Non ci hanno raccomandato di tacere? L’ufficiale mi guardò negli occhi, capì e sorridendo soggiunse:
— Serbi pure il segreto, ma creda, non l’ho pregata con cattivo fine.
E si allontanò. Volevo chiamarlo, ma ero tanto mortificato dall’aria dolce di rimprovero con cui