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cavallo dinanzi a noi; ma venne la cancrena e lo uccise. Goldberg, il mio vecchio sergente ungherese, che giace per due ferite toccate la mattina del 27, quando seppe morto il suo Loyos si tirò le lenzuola sulla faccia e non disse parola. Così coperto pareva anch’egli morto; ma forse pensava al dì che i proscritti magiari torneranno in Ungheria senza quel bello e sapiente Cavaliere, venuto pel mondo così prodigo dell’anima sua. O forse lo vedeva col pensiero galoppare in Armenia, fra gli arabi del Sultano contro i Drusi ribelli; dove chi sa quante occhiate bieche avrà date alla spada non fatta per servire i tiranni. Ma di quel dolore Tuköry si pagò poi nel sangue dei Russi, quando dai bastioni di Kars potè fulminare l’odio suo, contro quella gente che aveva aiutato l’Austria a rovinargli la patria.
11 giugno.
Per la via che facemmo da Marsala al Pioppo, e poi essi dal Pioppo in una volata, sono giunti qua sessanta giovani condotti da Carmelo Agnetta. Navigarono da Genova a Marsala, su d’un guscio che si chiama l’Utile, dove avran dovuto stare pigiati peggio che i negri menati schiavi. Che senso quando sbarcarono a Marsala, dopo essere stati col cuore a un filo per tanti giorni; e poi