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— Eh! diceva, farebbe meglio il vostro Re, se pensasse, a’ casi suoi. Non avrà sempre, come l’anno scorso, i Francesi.
— Oh! meglio certamente, mille volte meglio se vi eravate voi; — disse pronto Erba — gli Austriaci li avremmo fatti andar via anche dalla Venezia.
— Che Venezia! che Austriaci! — sclamava il colonnello guardandosi attorno, accendendosi e non volendo parere.
— E se un altr’anno e voi e noi uniti riprenderemo la partita contro l’Austria, vedrete...
Il colonnello parve uno che sia lì per isdrucciolare e cerchi d’agguantarsi...
— Vedrete... vedrete voi, che domani sarete tutti morti! — troncò bruscamente. — Meritereste miglior fortuna, ma vi siete cacciati in questa Palermo che vi lascierà schiacciare...
— Però sino ad oggi dobbiamo lodarcene di Palermo...
— Bene, bene, lodatevene pure! — E come vide che i soldati si affollavano, temendo forse per noi, si mosse e ci fece accompagnar via.
31 maggio.
Eravamo pronti. Solenne ora questo mezzodì! Ma l’armistizio fu prolungato. Fino all’alba del tre giugno potremo riposare, lavorare, prepararci,