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duchesse e sorelle. Ci fanno tribolare tutto l'anno !» Arri- vammo al monastero. In quel viluppo di far entrare le monache nel loro rifugio, mi scompagnai da Bozzani e me ne andai solo ai Benedettini. In un solaio lassù sopra la chiesa, illuminato da un finestrello che dava su d'un orto, trovai una squadra della mia compagnia che faceva le schioppettate da quell'apertura. Mi posi anch'io nella fila, e arrivato al finestrello sparai, affacciandomi per veder là sotto i nemici. Cavallini, impaziente, mi tirò via, per fare il suo colpo, ma non aveva messo lo schioppo alla mira che una palla entrò scalcinando il muro, gli ruppe la tempia destra, ed egli stramazzò morto senza dir ahi Si era imbarcato a Porto Santo Stefano sul Lombardo ; fu scritto alla mia compagnia ; a Mis- silmeri la sera del 25 mi aveva detto che era felice. Popolano modesto, sentiva altamente l'onore di questa impresa. Gli coprimmo la faccia con una pezzuola. Per lui la felicità, la patria, tutto era finito ; anche la nostra pietà, perchè subito badammo a certe pedate che si sentirono sul tetto lì sopra. Credemmo che fossero i regi ; ma erano carabinieri genovesi venuti lassù per tirare più a loro agio. Alcuni si calarono dal tetto fin sui cornicioni, e, mentre sparavano, gli udivamo discorrere allegri e pacati. Così correvano le ore, veniva notte, la seconda