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si palesa nello sguardo; le giunture delle belle mani sono potenti, ed il partito delle pieghe è trattato con larghezza di tocco. Il simbolo del santo, l’aquila, sta davanti a lui sorreggendo tra gli artigli il calamaio; il piumaggio è studiato dal vero e riprodotto esattamente in tutte le sue forme e nelle giuste posizioni; il rapace aggressivo apre il becco gettando un grido e ben piantato su una zampa dispiega una ala per prepararsi al volo.

Il fregio di terracotta smaltata che consiste di festoni sorretti da nastri svolazzanti legati a candelabri, e di ghirlande racchiudenti uno stemma, è uno dei più bei saggi dell’arte decorativa di Andrea.

Alla buona epoca Robbiana va ascritto il tabernacolo con nicchia per le abluzioni nella Sacrestia della chiesa di S. Niccolò da Tolentino.

Gli amatori di cose d’arte che vogliono averne notizie tecniche e storiche leggano l’articolo scritto in proposito da Giulio Carotti nell’Archivio storico dell’Arte del 1891. Certe qualità tecniche, come la soave armonia dei colori, indussero il Guasti ad attribuire il lavoro ad Andrea Della Robbia. Le opinioni