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espressa la lotta fra il sentimento che strazia l’animo e lo sforzo di dominarlo rivelato dal riflesso esteriore che conturba la fisonomia; la Madonna è la madre che, debole e più sensibile, disarmata di tutte le sue energie, della sua volontà, si sviene; nella S. Maddalena il dolore erompe violento in una crisi nervosa, ed essa singhiozzante si inginocchia ai piedi della croce fondendo le sue lacrime col sangue del Redentore.
Il San Girolamo ed il San Francesco, inginocchiati ci colpiscono per la strana somiglianza che hanno con i due Santi dipinti dall’Angelico nella grande Crocifissione nel convento di S. Marco a Firenze. Il lavoro prezioso di Prato ha subito dei ritocchi e la sua autenticità è stata da qualcuno messa in dubbio.
Una pallida idea della grazia ineffabile di Filippino Lippi si ha in una tavola con le figure della Madonna, S. Stefano e S. Giovanni Battista che gli fu ordinata dal comune di Prato il 29 Gennaio dell’anno 1501. Il gonfaliere e gli otto difensori del popolo, riporta il Cavalcaselle1 gli dettero dieci fiorini larghi d’oro per la compra dell’oro e dell’azzurro.
La pittura che era destinata ad ornare la sala
- ↑ G. B. Cavalcaselle e I. A. Crowe. Storia della Pittura in Italia vol. VII. Firenze, Le Monnier 1897.