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drammatiche rivela uno studio coscienzioso dell’Anatomia con un colorito più succoso, con pennellata più larga.
Benchè fosse di dieci anni più vecchio del Masaccio, la sua pittura sembra un esagerazione realistica di quella con caratteri meno equilibrati, ma più drammatici.
La violenza del suo stile, sembra quasi rispecchiare la violenza del suo temperamento che si esplicò, secondo il Vasari, con l’uccisione di Domenico Veneziano suo compagno nella decorazione di S. Maria Nuova a Firenze; affermazione però contradetta dalla moderna critica storica.
A Prato vi è una Crocifissione, soggetto prediletto dall’artista e se confrontiamo questa tavoletta centinata con la grande composizione che sovrasta la Cena nel refettorio di S. Apollonia a Firenze, si vedrà come il processo tecnico ed il sentimento animatore scaturiscono da una medesima fonte, sebbene l’affresco per le sue dimensioni sia svolto con un insieme più imponente.
Nel piccolo lavoro di Prato è degno di osservazione e di ammirazione il gruppo della Madonna, di S. Giovanni e della Maddalena dove tre manifestazioni diverse del dolore sono studiate con efficacia intuitiva e rappresentativa. Nel S. Giovanni infatti vediamo