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sensibilità femminile come una melodia dolcissima sembrano svelarci l’anima sua. Un sottile tratteggio quasi fuso dà i rilievi al volto, il pennello è come una carezza che sfiora temendo quasi di contaminarne la fragile purezza.
La santa si volge di profilo, piegandosi leggermente in avanti; la linea tondeggiante della fronte s’inflette leggermente nel naso e intorno alla piccola bocca dalle labbra carnose, per pronunziarsi ad arco sul mento. Appena visibili le sopracciglia, grosse le palpebre con lunghe ciglia che ombreggiano il piccolo occhio melanconico.
I capelli a grandi masse fini e lucenti e morbidi come la seta, avvolgono l’orecchio, contornano l’ovale, si raccolgono sull’occipite dove è legato a fiocco un velo che scende sul collo e in cima alla testa vi è una corona principesca.
Anche la S. Margherita ed il S. Antonio abate ci appaiono come la più poetica manifestazione della bellezza compenetrata dai più elevati sentimenti.
Questa soavità che Filippino farà vibrare nelle sue Madonne e nei suoi Santi si trasformerà in una struttura più solida, quando nella cappella Brancacci a Firenze dovrà continuare l’opera incompiuta da Masaccio.