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proverare al Lippi l’eccessivo naturalismo in alcune figure e sembra poi contraddirsi quando in lui ritrova l’ispirazione del Beato Angelico, ma la contraddizione è soltanto apparente perchè se il Lippi accentua più dell’Angelico la linea realistica, si avvicina però ad esso nel colore di alcune sue tavole come la Vergine adorante Gesù bambino nella Galleria dell’Accademia a Firenze. I colori sono stemperati con oli e resine speciali per renderli inalterabili e più fluidi, come fece l’Angelico; i toni sono chiari e delicati con lacche rosa e con azzurro lapislazzuli sul manto della Madonna che stacca luminosa sul paesaggio cupo. Sembra che il Lippi abbia voluto quel contrasto di luce e d’ombra per dare alla Vergine e a Gesù l’aspetto soprannaturale di una visione celeste. Questa interessante tavola è l’unico esempio di una diretta imitazione tecnica del Beato Angelico.

La lapidazione di S. Stefano ridipinta quasi totalmente ha perduto l'antico valore; belle e genuine le figure di S. Giovanni Gualberto e S. Alberto.

I vetri colorati con la Madonna tra gli angioli in alto e con i santi Stefano, Lorenzo, Paolo, Pietro e Andrea, non mi pare che nei disegno portino i caratteri dell’arte di Fra Filippo, come crede il Cavalcaselle; sono di