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pochi alberi e intersecato da un corso d’acqua che rompe nella sua sinuosa striscia argentina la monotonia del motivo e l’ asprezza della linea con una nota gaia, mentre i monti si delineano a contorni netti sul cielo.

Nell’altra parete vi sono fatti della vita di S. Stefano e la scena più importante ed anche migliore per l’esecuzione, è certo quella che raffigura la morte del santo.

L’artista che doveva aver ammirato l’affresco di Giotto nella cappella Bardi in S. Croce, la morte di S. Francesco, e studiato le pitture di Masolino e Masaccio nella cappella Brancacci, nella solidità di alcune figure rammenta questo artefice, mentre nella calma dei gruppi si distacca completamente dalla commovente manifestazione di dolore che Giotto ha impresso nelle fisonomie dei discepoli piangenti, preganti, estatici davanti al morto maestro.

Vi sono pero quelle due donne sedute sul davanti presso il cataletto dove giace S. Stefano che esprimono efficacemente l’angoscia di quel momento, benchè la posa sia composta e non agitata e fremente come nei personaggi giotteschi. — Una vecchia donna, forse la madre, piange trovando quasi un. sollievo in quello sfogo al suo dolore e la bocca si contorce nello spasimo intenso; un’altra donna invece volge la testa a sinistra, quasi non po-