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Giovanni Pisano, che nel suo naturalismo scultorio ebbe grande influenza su Giotto, nella architettura trasforma certe pesantezze di stile del secolo XII nell’eleganza maestosa del XIV, e ne è prova questo Duomo di Prato, a cui s’innesta in mirabile armonia lo svelto campanile.
Sulla porta centrale una lunetta di Andrea della Robbia, raffigurante la Madonna tra S. Stefano e S. Lorenzo, sembra invitarci ad entrare nella Chiesa. Il carattere di robusto realismo che Luca imitò da Donatello, qui si è attenuato in un motivo tradizionale ma pieno sempre di grazia materna e di idealità religiosa1.
- ↑ Marcel Reymond nel suo aureo studio su Luca, Andrea e Giovanni della Robbia (Les della Robbia — Alinari frères, Florence 1897) ci fa assistere alla mirabile evoluzione dell’arte di Andrea, fermandosi sulle caratteristiche del suo stile e le sue tre distinte maniere. Se nella prima è la semplicità e dolcezza delle sue Madonne che ci seduce, nella seconda dà liberamente sfogo alla inesauribile sua fantasia, sfoggiando i motivi decorativi più ricchi e animando e variando tutte le sue sacre composizioni; nella terza, dominato e affascinato ad un tempo dal Rinascimento, ricerca la modellatura più larga e decisa. Su due antiche loggie fiorentine egli doveva poi rappresentare i due poli della sua attività artistica, la giovanile nei putti dell’ Ospedale degli Innocenti, la senile nell’incontro di S. Domenico con S. Francesco nell’interno della Loggia di S. Paolo. — Il Reymond tratta sommariamente la parte descrittiva, ma a