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girolamo preti | 61 |
XII
L’ORIUOLO
Fabricando sonora e viva mole
arte si mosse ad emular natura,
ché, se diede natura il moto al sole,
questa il moto del Sol segue e misura;
se eternamente il ciel girar si suole,
il giro anco di questa eterno dura,
e ciò che faccia il Sol, nasca o tramonte,
mostra, nunzia fedele, in voce e ’n fronte.
Grave al canape torto il piombo appeso,
aspirando al suo centro, in aria pende
contro al piombo maggior piú lieve a un peso,
e con moto contrario un sale, un scende.
La machina dal pondo a lei sospeso
quasi da intelligenza il moto apprende;
ché, girando la fune un polo immoto,
dá un sol motore a cento moti il moto.
Come sfera maggiore in ciel s’aggira,
che col suo cerchio i minor cerchi abbraccia,
e le tonanti sfere al corso tira,
che del corso di lei seguon la traccia;
cosí ruota maggior qui seco gira
ruote minori e col fuggir le caccia,
e, come appunto i cieli, intorno ruota
corso a corso contrario e ruota a ruota.
Girasi un orbe e con tenaci denti
muove sospesa in alto instabil libra.
Questa de l’ore il tempo e dei momenti
quasi con giusta lance appende e libra:
tarda i moti veloci, affretta i lenti,
l’un de’ bracci ritira e l’altro vibra,
e, mentre è mossa, altrui muove e governa,
e pari il moto a la quïete alterna.